Che si chiamino curanderas e stiano nella foresta venezuelana o incantadoras nella campagna di Sassari oppure quelle che hanno le secret nelle valli valdostane da sempre ci sono state donne depositarie di un sapere medico alternativo alla Medicina ufficiale. Il latino, le scienze, la possibilità di sperimentare, da sempre appannaggio maschile, le ha indotte sul filo dei millenni a costruirsi un sapere empirico e concreto necessario alla cura.
Se il diagnosticare e il prescrivere sono funzioni proprie del medico, tradizionalmente la somministrazione del rimedio stesso e la sorveglianza del malato sono stati di pertinenza femminile. Si pensi ai parti in contesti rurali in cui non era contemplato l’intervento del medico ma obbligatoria la presenza della levatrice (ancora oggi in francese ostetrica si traduce sage femme) esperta di tutti i tempi del travaglio e delle posizioni del bambino. Nel momento di venire al mondo entra dunque in gioco la saggezza femminile, non basata sulla conoscenza ma sulla capacità di valutare di volta in volta in modo appropriato, sull’ascolto e sull’esperienza. Proprio questa sembra essere la caratteristica dell’“altro” sapere medico: l’elasticità, la pazienza, l’attenzione alle storie del singolo, il linguaggio semplice, l’utilizzo di oggetti comuni magari recuperati in cucina.
Il libro di Erika Maderna va alla ricerca delle radici dell’antica via femminile alla cura, dalle antiche divinità del bacino mediterraneo , la misteriosa Potnia Signora e Dominatrice preindoeuropea, testimone di perdute culture matriarcali; alle raffigurazioni mitologiche come Atena, Artemide, Demetra tutte detentrici di saperi erboristici; a personaggi mitici affluiti a noi attraverso la letteratura come Medea e Circe, entrambe a vario livello polupharmakos conoscitrici di molti rimedi e coinvolte nel ciclo vita morte. Si dà notizia poi delle prime trattatiste mediche medioevali come Trotula de Ruggiero e HIldegard di Bingen e di due figure rinascimentali Caterina Sforza e la Signora Isabella Cortese entrambe con un loro trattato alchemico di cosmetica e medicina estetica.
Un excursus significativo e sintetico, di lettura fluida, ma completo e informato, utile per chi voglia avere un’idea del periodico riaffiorare di una modalità più morbida del curare, femminile appunto, vista talora polemicamente in contrapposizione al mondo logico concettuale della scienza talora più amichevolmente esperita sotto forma di rimedi della nonna.