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Medicina narrativa e formazione del medico

Medicina narrativa e formazione del medico

A cura di Francesca Memini
In occasione dell'uscita del suo ultimo libro, Trattare le malattie, curare le persone. Idee per una Medicina Narrativa , abbiamo intervistato Massimiliano Marinelli, medico, bioeticista e docente di Medicina Narrativa presso la Facoltà di Medicina della Università Politecnica delle Marche. 

Come è avvenuto il tuo incontro con la Medicina Narrativa?
Come medico e bioeticista, mi è parsa sempre chiara la necessità di una dialettica tra il pensiero scientifico e quello umanistico che informano l’atto medico. Avevo di fronte a me la Medicina basata sulle evidenze che, in qualche modo,  rappresenta la modalità attraverso la quale la Medicina costituisce la prova scientifica, ma non avevo ancora un nome per la componente “artistica” della Medicina. L’incontro con Paul Ricoeur e con Rita Charon ha rapidamente risolto il problema:  Ricoeur mi ha mostrato come la relazione curatore malato potesse svolgersi attraverso la narrazione e Rita Charon come si potesse divenire competenti in tale relazione, per migliorare la pratica clinica. Ecco  la Medicina Basata sulla Narrazione e la Medicina Narrativa

Come si insegna la medicina narrativa?
Medicina Narrativa “si può dire in molti modi” e, quindi, può essere insegnata in altrettanti.
Posso  comunque sintetizzare  l’obiettivo didattico del  mio corso  che può rappresentare uno dei tanti modi di declinare la parola narrazione in sanità.
Il corso si rivolge agli studenti del I° anno di Medicina e intende, sin da subito,  indicare la necessità di una relazione medica capace, pur mantenendo del tutto  intatta la sua “scientificità”, di un approccio narrativo.  Soprattutto, nei primi anni di corso, gli studenti sono molto impegnati a studiare  “i fondamentali” scientifici ed acquisire quel linguaggio tecnico che li farà entrare nella cerchia ristretta  “di coloro che parlano tra loro, in modo indecifrabile per gli altri”, tuttavia essi corrono il rischio di pensare che quel linguaggio e quei fondamentali rappresentino tutto ciò che serve per fare il medico. Il corso ha l’obiettivo di far comprendere come non sia sufficiente saper trattare le malattie per curare le persone e che, quindi, sia necessaria una formazione che la Medicina basata sulla narrazione, a mio avviso, è in grado di dare.

Cosa c’entra la medicina con la filosofia e cosa c’entrano entrambe con la narrazione?
Questa è una domanda del tutto provocatoria visto che la contaminazione tra medicina e filosofia è millenaria: è sufficiente chiedersi che cosa sia una malattia, per entrare nel territorio filosofico, tuttavia è reale una tendenza generale a ritenere superato lo studio della filosofia e fuori luogo l’esercizio del pensiero critico, così da rendere la domanda quasi accettabile.  Risponderò allora, utilizzando il legame con la narrazione. Una modalità filosofica chiamata ermeneutica ci indica come sia possibile comprendere l’altro solo in una modalità narrativa. Attraverso la narrazione si può accedere ad una forma dell’identità umana. Rita Charon ci mostra come la narrativa  possieda strumenti utilissimi per affinare le capacità diagnostiche, terapeutiche  e assistenziali. Quindi se la Medicina è interessata alla identità di chi vuole curare e a migliorare le sue capacità pratiche dovrà fare,prima o poi, i conti con la filosofia e la narrazione.

Nelle tue lezioni parli delle esigenze dei pazienti, di come il medico debba prendersene cura. Quali sono, invece, le esigenze degli studenti di medicina che incontri in aula?
In questi 3 anni di corso, ho incontrato studenti fantastici:  un po’ timidi e confusi all’inizio, ma ben presto aperti ed entusiasti. E’ un privilegio avere a che fare con loro.
Non ho percepito  esigenze particolari, salvo quelle  di essere considerati “persone” e non il corso del I° anno e di avere un interlocutore affidabile, capace di mantenere le promesse; soprattutto hanno bisogno di comprendere il senso di quello che stanno facendo, quando passano ore sui libri, riducendo spazio  a relazioni sociali  e alla vita da liceale. Hanno l’esigenza di capire che cosa significhi aver cura di una persona in uno stato di vulnerabilità e di come sia necessario un ethos particolare, per praticare questa professione.

Consigliaci un libro e/o un film sul tema della malattia che ritieni particolarmente significativo
Quest’anno abbiamo affrontato: Una morte dolcissima di Simone de Beauvoir, perché racchiude l’esperienza sofferta della morte di una madre,  raccontata da una donna eccezionale ed è interessante, oltre alla lettura del libro, analizzare l’intreccio tra le  narrazioni della vita della madre, dello “status” di figlia alla luce della intera biografia della scrittrice.


Massimiliano Marinelli, laureato in Medicina e in Filosofia, è docente di Medicina Narrativa presso la Facoltà di Medicina della Università Politecnica delle Marche e di Bioetica presso il Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente della medesima università. Medico di Medicina Generale, è componente del Comitato Etico Regionale delle Marche in qualità di esperto di bioetica. E' autore di numerose pubblicazioni sui temi della Medicina Narrativa e della Bioetica. L'ultimo libro, edito da Franco Angeli a fine 2015, si intitola Trattare le malattie, curare le persone. Idee per una Medicina Narrativa

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